Giuseppe Boscarino – LA NATURA DELLA COSA. Verità, scienza, etica e progresso      PREFAZIONE

 

 

 

Il libro è composto da quattro saggi, elaborati in tempi diversi lungo un percorso filosofico‑epistemologico iniziato oltre un ventennio addietro, culminato nella pubblicazione dell’opera “Tradizioni di pensiero. La tradizione filosofica italica della scienza e della realtà.”,1999, della quale essi costituiscono la continuazione, precisando meglio la conce­zione filosofico-epistemologica ivi contenuta e sviluppando il confronto con tendenze fondamentali del nostro tempo nell’epistemologia e nella filosofia.

Nell’ultimo saggio il confronto è con l’ermeneutica di Gadamer di Verità e metodo, negli altri saggi è con il cosid­detto individualismo metodologico, con le tesi sulla verità di Aristotele, Frege e Tarski, con il concetto di scienza e di spie­gazione scientifica di Popper e la dialettica del vero e del fal­so nelle teorie scientifiche, con la filosofia del possibile e della speranza di Bloch, con l’idea di progresso e il suo rapporto con ragione, scienza ed etica.

Viene precisato il significato di “tradizione di pensie­ro”, attraverso il confronto con quella che viene denominata l’ideologia di Cicerone.

La proposta è il razionalismo, la natura della cosa della tradizione filosofica italica, che per noi va sotto i nomi di Pitagora, Parmenide, Democrito, Archimede, Epicuro e Lucrezio, continuata poi da Galilei, Spinoza, Newton, Marx, Peano e Vailati, assieme ad una nuova epistemologia, che chiamo epistemologia della speranza.

Il libro è dedicato agli spiriti liberi.

Gli spiriti liberi vivono di un moderato scetticismo, amano la vita, non disprezzano la morte, seguono la ragione, non si lasciano ammaliare dagli idoli della razza, della nazione, del­l’autorità, del potere o del profitto, dell’appartenenza ad una chiesa, ad un partito o ad una accademia, coltivano le virtù etiche della temperanza, della tolleranza, della lealtà e della solidarietà tra gli uomini, rispettano la natura senza idolatrar­la, praticano la cultura del dare di contro a quella dell’avere, della collaborazione di contro a quella della competizione e della sopraffazione dell’altro, lottano per le cose giuste, cer­cano il vero, sono innamorati del bello, nutrono il sentimento di una sana speranza senza il mito del progresso lineare, con­tinuo ed infinito.